Funeral Oration «Eliphas Love» [2019]

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Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
18.09.2019

 

Visualizzazioni:
1367

 

Band:
Funeral Oration
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Titolo:
Eliphas Love

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
TheOld Nick :: vocals
Luca La Cara :: guitar, keyboards
Iblis A.G. :: bass
Luca M. :: drums

 

Genere:
Black Metal

 

Durata:
36' 54"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
23.08.2019

 

Etichetta:
Avantgarde Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ritornano i Funeral Oration, una band da me nota per essere accomunata a Fabban degli Aborym (che in realtà ci suonò per un anno molto tempo fa) e anche perché il loro primo album è di fatto per me totalmente irreperibile. Oggi, dopo 23 anni i Funeral Oration ritornano con il loro secondo album, questo “Eliphas love” che condensa sei brani più intro i poco meno di 37 minuti di musica. Un’operazione temeraria, perché ripartire dopo tanti anni di inattività è come far ripartire una macchina ferma da altrettanto tempo: probabilmente va tutto bene, ma basta poco a rovinare tutto. E come se la cavano i Funeral Oration? In poche parole, bene ma non al top.
“Eliphas love” infatti suona strano. Suona come certe bands BM di tanti anni fa, cioè con una vena senz’altro ispirata e ruvida, ma anche con un po’ di stili musicali sfumati e meno definiti, che fanno tanto pensare a quell’ingenuo ingegno di fondo che a volte appariva nei migliori album di quel tempo, e questo è senz’altro positivo, solo che i Funeral Oration da questo stile desueto prendono senz’altro i punti positivi, ma ci aggiungono anche i punti negativi, che nella fattispecie si traducono in qualità sonora deficitaria, che sacrifica chitarre e bassi in favore di tastiere, una voce più declamante che cantata (visto che più che seguire una metrica declama le sue bestemmie come se stesse facendo un discorso), e soprattutto una batteria dai suoni così freddi, meccanici e sottili, che sinceramente suona molto finta. Inoltre, qua e là i Funeral Oration usano arrangiamenti (di nuovo) strani, dove la band cade in qualche errore tipico delle band con poca esperienza, come una base musicale che continua a fare le proprie partiture soliste anche quando The Old Nick sta cantando, col risultato che i brani vanno a incasinarsi un po’, come nella opener “Furor eretico”. Ne risulta dunque una band che sembra davvero essersi ibernata, e che suona con la stessa vivacità immatura di certo black metal d’epoca, carino sì, ma non certo perfetto.
Detto questo, però, va anche detto che “Eliphas love” a volte convince bene: i punti d’immaturità ci sono e ok, ma non si può fare a meno di notare che le belle parti ci sono, come i due brani conclusivi, dove “Tregenda” si fa notare per essere più a fuoco e maggiormente convinta, come l’eccellente stacco a 4’30” circa, o con la furente “Vuoto mistico”, un po’ barocca, un po’ drammatica e comunque che ci convince. È da notare anche la strana strumentale “Marcia funebre”, un brano che davvero sembra metal neoclassico estremo e dove la band fa notarsi anche quando cerca di variare il proprio sound, anche se secondo me la verità sull’efficacia del sound dei FO è dato da “L’abisso”, che comincia molto bene, e che finisce invece con un qualcosa tipo finale di brano di musica classica, ma finisce per farlo solo in maniera un po’ caotica e mica tanto convincente.
Insomma, “Eliphas Love” è un album riuscito, ma solo fino a un certo punto. Possiede un certo potenziale, la band riesce nei due brani succitati davvero a farci sentire un metal estremo che suona molto più naturale e che ci ripropone convinzioni e stili musicali desueti che ci piacciono, ma inevitabilmente per me ci sono anche battute a vuoto che ne minano la riuscita. Non si riesce tanto a capire se la band suona così di proposito e deve solo concentrarsi sul proprio potenziale, o se piuttosto i momenti di stanca e di “Non a passo coi tempi” stanno affiorando. Vediamo un po’ cosa succede in futuro.

Track by Track
  1. Intro S.V.
  2. Furor eretico 65
  3. Anatemi di Zos 65
  4. L'abisso 65
  5. Marcia funebre 70
  6. Tregenda 75
  7. Vuoto mistico 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Snarl pubblicata il 18.09.2019. Articolo letto 1367 volte.

 

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